La Politica e l’anti politica.

Napolitano fa appelli agli Italiani perché non si disaffezionino alla Politica. Condivido l’appello, ma con molti dubbi.
Oggi la politica non da nessuna fiducia, i politici se non sono corrotti, se ne fregano, pensano ai loro interessi personali e alla loro ingordigia.
I Politici servirebbero, ma per ora abbiamo solo politici (con la p molto piccola). Ne si vedono particolari sbocchi.
In nome della crisi Monti ha dato una brusca sterzata. Con un decreto legge ci ha aumentato l’età del pensionamento. Ha immediatamente spostato i costi della Protezione Civile sulle accise dei carburanti. L’IMU è una ulteriore stangata delegata ai comuni. Ci sto. In momenti di crisi occorre tirare la cinghia. Ho una certa età e l’austerity non mi è così nuova. Rinunci a ferie, spese ritenuti inutili, ma che comunque servirebbero per migliorare la vita, e tiri avanti.
Peccato che questo rigore è solo per il popolo bue.
Peccati che Monti non ha ridotto lo stipendio dei parlamentari, ne il loro numero. Anche la pensione dei parlamentari, nonostante le modifiche, arriva prima che la mia (la nostra). Perché non applicare urgenza anche per queste voci? La beffa è che la commissione delegata a definire i trattamenti economici dei parlamentari abbia dichiarato di non essere capace all’incarico.
Peccato che numerose cariche pubbliche continuino a percepire stipendi favolosi, specie se paragonati con uguali cariche in ambito europeo.
Peccato che regolarmente saltino fuori ruberie personali, e che i presidenti di vari enti, anche se non direttamente coinvolti, si ritrovano la loro giunta decimata dalla magistratura, ma il vertice, presidente o sindaco che sia (sono di Parma, avete presente il caso Vignali?) dicano io non c’entro e tiro avanti.
Peccato che ancora si parla di acquisti di auto blu.
Peccato che un nostro ministro trovi vecchia e inaffidabile un’auto da 150.000 Km, mentre il sottoscritto deve usarla fino a 300.000 Km e più.
Peccato che nessun partito rinunci al rimborso elettorale, che rimborso non è, ma è proprio un finanziamento, quel finanziamento che gli Italiani hanno abrogato con un referendum.

Insomma l’onore, la responsabilità e la fiducia che il Presidente Napolitano chiede è solo a carico nostro e non dei politici o dei soliti furbi.
Non vedo via d’uscita. Eliminare la casta con il voto richiede generazioni di mandati, senza contare che il nostro Governo, veloce nel tartassare, non è altrettanto veloce a rivedere la legge elettorale, quella chiamata porcellum, proprio dai chi l’ha proposta.
Unica proposta dei politici è cambiare nome ai partiti. Occorre cambiare le persone, non i nomi. Destra e sinistra hanno fra le loro file indagati, se non forse condannati.
Insomma, non c’è speranza di un minimo di vergogna da parte di chi ci governa. Anzi. I nostri politici sono permalosi. Se gli dimostri sfiducia o li apostrofi a male parole, si indignano. Mi sovviene un presentatore della Rai, che in una trasmissione ha usato parole pesanti verso i politici (non ad uno in particolare, ma in generale). Prontamente il presidente del senato (se ben ricordo) ha telefonato al presidente della RAI per chiedere provvedimenti. Lui può farlo, io a chi telefono quando mi prendono pe il naso?
Quindi, sig. Pesidente Napolitano, rivolga i suoi appelli alla casta e pretenda da questa azioni concrete e responsabili. Noi Italiani faremo il nostro dovere, come sempre.
In attesa di una Politica non mi rimane che essere schifato di questa politica.