VALLEZZA ..... IL TEXAS DOMESTICO.

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Ritratto di GABRIELLA

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Gabriella

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VALLEZZA - PARMA

IL TEXAS...........DOMESTICO

 

Quando si pensa ai grandi giacimenti petroliferi, spesso ci dimentichiamo che anche in Italia agli albori del 1900 vi furono importanti attività estrattive in funzione del

limitato consumo di petrolio grezzo o raffinato.

Facendo qualche ricerca si legge che questo liquido “ puzzolente “ quasi affiorava dal terreno, Giovanni De Mussis nel Chronicon Piacentinorum scriveva di affioramenti di “ olio “ nel 1200 e nel 1781 Serafino Volta scriveva dei “ Fuochi di Velleja “.

Si giunge alla metà del 1800 quando Antonio Stoppani cita “ l'oro di Neviano “ con qualche decina di pozzi in attività. Pozzi scavati come i pozzi per l'acqua in muratura e profondi fino a 20 metri.

In quegli anni “ l'olio di roccia “ era usato principalmente per illuminare ( petrolio lampante ), particolarmente nelle città emiliane utilizzandolo direttamente senza alcuna raffinazione ed in medicina per affezioni cutanee.

In Emilia Romagna i punti di maggiore interesse furono Fornovo ( Vallezza – Alta Val Sporzana), Salsomaggiore e Velleja.

La miniera di Vallezza fu inaugurata nel 1905 dal piacentino Luigi Scotti con la costituzione della S.P.I. ( Società Petrolifera Italiana ), alla quale seguirono numerosi cambi di proprietà, attualmente sotto il nome di “ Gas Plus “ e proseguì la sua produzione fino al 1994, quando fu dichiarata esaurita.

Questo “ olio di roccia” che in alcuni punti quasi affiorava, inizialmente fu estratto da pozzi con profondità limitata a qualche centinaia di metri e perforati con un metodo a percussione definito “ canadese “, costituito dall'alternanza di “ scalpelli “ per rompere il terreno e la roccia, e da un grosso cilindro cavo che, cadendo sul terreno reso morbido dai fanghi, lentamente formava il pozzo asportandone i detriti.

In realtà il metodo era molto più complesso, quanto scritto serve solo ad indicare una tecnica di estrazione quasi artigianale, solo in seguito dall'anno 1933, per raggiungere profondità maggiori, fu utilizzato il sistema “rotary “ simile agli attuali metodi di perforazione.

Tra gli anni 1905 e 1940, periodo di massima attività, furono perforati fino a 179 pozzi, mossi con un sistema ingegnoso tramite tre centrali di pompaggio, che comandavano le pompe di estrazione tramite catene ed aste collegate ad una ruota eccentrica, azionata da un motore a scoppio a seconda della disponibilità del pozzo in uso.

Come in tutti i giacimenti petroliferi il liquido estratto conteneva anche gas naturale ( metano ) ed acqua salata, che dovevano essere separati prima di pompare il greggio nella raffineria di Fornovo.

Agli inizi di questa attività il gas naturale separato non aveva un immediato utilizzo commerciale e, trasferito a Fornovo con un piccolo metanodotto, veniva anche utilizzato da alcuni edifici pubblici per il riscaldamento; solo in seguito con lo sviluppo dell'attività industriale questo gas divenne sempre più prezioso ed è opportuno segnalare che presso la raffineria della Società Petrolifera Italiana furono portati a termine i primi impianti per l'utilizzo del metano nell'autotrazione, come diretta conseguenza degli studi per l'utilizzo del gas nella miniera come combustibile per i motori a scoppio impiegati per i lavori di estrazione e compressione.

Da ricordare una particolarità di questa miniera : il greggio estratto proviene da uno stillicidio o trasudazione della roccia arenaria, pertanto è un prodotto molto pulito e liquido a differenza del greggio che proviene dai pozzi del Medio Oriente e, depurato dall'acqua e dal gas, poteva essere utilizzato dai motori a scoppio di una volta in mancanza di carburanti raffinati.

Questa attività mineraria aveva creato attorno ai pozzi, alle officine per la manutenzione e costruzione di pezzi, un villaggio minerario con scuola, ufficio postale ed una piccola attività commerciale al servizio delle famiglie residenti.

Per approfondire e conoscere meglio questo piccolo mondo, racchiuso tra le colline di Fornovo è interessante visitare: www.museodelpetrolio.it ; www.vallezza.it e su Youtube un interessante servizio di Cesare Groppi dal titolo UN GIORNO IN MINIERA ALLA RICERCA DEL “PETROLIO DI VALLEZZA”.

Da segnalare anche una documentata pubblicazione di Monica Bruzzone dal titolo “Paesaggi culturali e progetto - Verso il Parco Museo del Petrolio di Fornovo di Taro”.

Alcune immagini che ho scattato nel corso di una visita guidata al “Parco Museo del Petrolio” possono maggiormente chiarire l'importanza di questo “ Museo “, che raccoglie anche strumenti provenienti da altre miniere estrattive della società Gas Plus.

Dai pozzi di “ Vallezza “ Alta Val Sporzana, cordiali saluti da I4OYU Gabriella

By GABRIELLA --

Gabriella